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Nel tennis il vero avversario, la frontiera che include, e il giocatore stesso. C'e sempre e solo l'io la fuori, sul campo, da incontrare, combattere, costringere a venire a patti. Il ragazzo dall'altro lato della rete: lui non e il nemico; e piu il partner nella danza. Lui e il o l' per incontrare l'io. E tu sei la sua occasione. Le infinite radici della bellezza del tennis sono autocompetitive. Si compete con i propri limiti per trascendere l'io in immaginazione ed esecuzione. Scompari dentro al gioco: fai breccia nei tuoi limiti; trascendi; migliora; vinci. [...] Si cerca di sconfiggere e trascendere quell'io limitato i cui limiti stessi rendono il gioco possibile. E tragico e triste e caotico e delizioso. E tutta la vita e cosi, come cittadini dello Stato umano: ( , p. 116)