"Non c'era ragione di far niente. I miei occhi, come Winckelmann diceva impropriamente delle statue greche, erano senza sguardo, fissi all'eternita, puntati al fine ultimo, e quando cosi stanno le cose non c'e ragione di far nulla, nemmeno di aggiustare il fuoco dei propri occhi. Il che forse e la ragione per cui le statue stanno ferme. Mi aveva colpito la malattia "cosmopsis", la vista cosmica. Quando uno ha questa malattia si irrigidisce come la rana quando la luce del cacciatore la colpisce in pieno negli occhi; solo che con la cosmopsis non c'e ne cacciatore ne una mano svelta che ponga fine al momento - c'e solo la luce."