Sono entrato nella vita sapendo che la legge e di uscirne. Come aveva detto Saint-Savin, si impersona la propria parte, chi piu a lungo, chi piu in fretta, e si esce di scena. Me ne sono visti molti passar davanti, altri mi vedranno passare, e daranno lo stesso spettacolo ai loro successori. D'altra parte, per quanto tempo non sono stato, e per quanto non saro piu! Occupo uno spazio ben piccolo nell'abisso degli anni. Questo piccolo intervallo non riesce a distinguermi dal niente in cui dovro andare. Non sono venuto al mondo che per far numero. La mia parte e stata cosi piccola che, anche se fossi rimasto dietro alle quinte, tutti avrebbero detto lo stesso che la commedia era perfetta. E' come in una tempesta: gli uni annegano subito, altri si spezzano contro uno scoglio, altri rimangono su un legno abbandonato, ma non per molto anch'essi. La vita si spegne da sola, come una candela che ha consumato la sua materia. E ci si dovrebbe essere abituati, perche come una candela abbiamo cominciato a disperdere atomi sin dal primo momento che ci siamo accesi. Non e una gran sapienza sapere queste cose, d'accordo. Dovremmo saperle dal momento che siamo nati. Ma di solito riflettiamo sempre e soltanto sulla morte degli altri. EH si, tutti abbiamo abbastanza forza per sopportare i mali altrui. Poi viene il momento che si pensa alla morte quando il male e nostro, e allora ci si accorge che ne il sole ne la morte si possono guardare fissi. A meno che non si abbiano avuti dei buoni maestri.