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"A scuola, Camp Dark picchiava i ragazzini come un quartetto. Lo facevamo in un silenzio animale. Trascinavamo un ragazzino isterico dietro l'edificio di scienze in mattoni rossi - di solito qualcuno piu piccolo, delle classi precedenti - e poi martellavamo e pompavamo i nostri pugni nel suo corpo che si dimenava graffiando e gridando, finche il ragazzino non si afflosciava come uno straccio. Sentivo quelle urla come se provenissero dalla mia stessa gola, e scoprii di non riuscire a rilassarmi finche non lo faceva il ragazzo. Avvertivo che c'era una qualche logica profonda da catena di montaggio in quello che facevamo: una volta che avevamo fatto urlare un ragazzino, eravamo obbligati a tappargli la bocca di nuovo. Pensavo a questo processo come cio che chiamano "un male necessario". Eravamo come una squadra di operai che fabbricava una calma che non era disponibile in natura da nessuna parte, ad Anthem. Avevamo un disperato bisogno di questa quiete che solo le nostre vittime potevano produrre per noi, il silenzio che arrivava dopo un'aggressione; per la nostra amicizia era altrettanto vitale del respirare. Come il sangue per un vampiro. Ci inginocchiavamo li, ansimando insieme, e lasciavamo che la bolla di quiete buona uscisse dal moccioso di turno per entrarci nei polmoni."