Forse voi credete che i romanzieri abbiano sempre un piano predeterminato per il loro lavoro, e che il futuro previsto nel primo capitolo sia sempre, inesorabilmente, il presente del tredicesimo. In realta i romanzieri scrivono per un'infinita varieta di ragioni: per il denaro, per la fama, per i recensori, per i genitori, per gli amici, per le persone amate; per vanita, per orgoglio, per curiosita, per divertimento: nello stesso modo in cui gli abili mobilisti godono nel fare mobili, gli ubriaconi amano bere, i giudici giudicare e i siciliani scaricare la carabina nella schiena di un nemico. Potrei riempire un libro di queste ragioni, e sarebbero tutte vere, ma non vere per tutti. Una sola ragione e comune a tutti noi: . Per questo non possiamo far piani. Sappiamo bene che il mondo e un organismo e non una macchina. Sappiamo anche che un mondo autenticamente creato deve essere indipendente dal suo creatore, che un mondo pianificato (un mondo che riveli totalmente la sua progettazione) e un mondo morto. Incominciamo a vivere soltanto quando i nostri personaggi e i nostri eventi cominciano a disobbedirci.