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La moneta e solo un tondino di ferro della zecca che il coniatore prende dal mucchio e mette sotto il conio in uno dei due versi possibili. Da quell'atto dipende tutto il resto, cara y cruz, indipendentemente da tutti i giri e da tutte le rotazioni che la moneta fa in aria. A un certo punto viene il nostro turno e poi passa. [...] Sono convinta che se il fato governasse i nostri destini sarebbe possibile ragionarci o blandirlo, ma il coniatore no. Attraverso i suoi spessi occhiali da miope lui scruta i tondini lisci e poi sceglie, magari esitando un momento cosi da tenere in sospeso il fato di mondi ignoti di la da venire.