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C'era come un odore di Tempo, Nell'aria della notte. Tomas sorrise all'idea, continuando a rimuginarla. Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi? Odorava di polvere, di orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? Faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui d'una grotta, di voci querule, di terra che risuonava con un tonfo cavo sui coperchi delle casse, e battere di pioggia. E, per arrivare alle estreme conseguenze: che aspetto aveva il Tempo? Era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un'antica sala cinematografica, cento miliardi di facce cadenti come palloncini di capodanno, giu, sempre piu giu, nel nulla. Cosi il tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era cosi che appariva. E quella notte - Tomas immerse una mano nel vento fuori della vettura - quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo. (Cronache Marziane, trad. Giorgio Monicelli)