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Poi un giorno il cane non si presento. Neville entro in agitazione. Si era talmente abituato a quelle visite da trasformarle nel centro della sua routine quotidiana, che aveva riorganizzato intorno ai pasti dell'animale, tralasciando le indagini, accantonando tutto il resto, preso com'era dal desiderio di averlo in casa. Passo il pomeriggio a setacciare il vicinato con i nervi a fior di pelle, chiamandolo a squarciagola. Ma tutte le ricerche furono vane. Rientro e consumo un pasto insipido. Il cane non si presento per la cena e neanche per la colazione il mattino dopo. Neville riprese le ricerche, meno speranzoso. L'hanno catturato, quelle parole gli ossessionavano la mente, gli sporchi bastardi l'hanno catturato. Ma non riusciva a crederci fino in fondo. Si rifiutava di rassegnarsi all'idea. Il pomeriggio del terzo giorno si trovava nel garage quando all'esterno gli arrivo il tintinnio della ciotola di metallo. Trattenendo il fiato usci alla luce del giorno. <> grido. Il cane scarto nervosamente allontanandosi dal piatto, con la bocca gocciolante d'acqua. Il cuore di Neville ebbe un sobbalzo. L'animale aveva gli occhi vitrei e ansimava con la lingua scura penzoloni. <> disse, con voce rotta. <>
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